La terra è il misterioso laboratorio della vita, giammai agente di morte, poiché è destinata a ricevere nel suo seno quanto si distrugge e muore, per trasformarlo in nuovi elementi di vita organica.
M. Lezaeta Acharan
La terra è fonte di vita e non soltanto perché da essa ricaviamo il cibo che ci sostiene ogni giorno. La terra, insieme all’acqua e al sole, rappresenta uno degli agenti naturali di cui possiamo fare uso per guarire dalla maggior parte dei nostri mali.
Lo sa bene Manuel Lezaeta Acharan, uno dei più grandi maestri di Medicina Naturale del secolo scorso, che del fango (terra+acqua), insieme ad altri rimedi naturali e al cambio alimentare (fondamentale), faceva uso quotidianamente per risollevare le sorti di ogni suo paziente, anche di quelli considerati incurabili dalla Medicina Ufficiale.
Manuel Lezaeta, come ancora oggi usano fare i naturopati igenisti, utilizzava il fango per preparare dei cataplasmi, ovvero degli impacchi. Questi venivano applicati sempre sull’addome del paziente, inoltre venivano applicati anche localmente, sulla zona malata o dolorante.
Il cataplasma addominale di fango agisce rinfrescando e decongestionando gli organi digestivi, i cui problemi, secondo i principi fondamentali della Medicina Naturale, sono all’origine della totalità delle patologie, compreso il Cancro.
Questo antico rimedio agisce sottraendo calore dalle viscere ed eliminando di conseguenza l’infiammazione degli organi digestivi (stomaco, fegato, pancreas e intestino) e ristabilendo così l’equilibrio termico che è alla base della corretta funzionalità di tutto l’organismo.
Lezaeta e l’Equilibrio termico
Manuel Lezaeta Acharan è uno dei grandi maestri del passato della Medicina Naturale. Ha dedicato tutta la sua vita allo studio delle terapie naturali, con lo scopo ultimo di fornire a chiunque la possibilità di curare se stessi e i propri famigliari attraverso metodi semplici, naturali e alla portata di tutti (da cui prende nome il titolo del suo libro “Medicina naturale alla portata di tutti”).
Secondo la dottrina di Manuel Lezaeta un organismo in salute è in equilibrio termico, ovvero mantiene sempre una temperatura uniforme di 37 gradi centigradi , tanto sulla pelle, quanto nelle mucose intestinali. Questa normalità termica è la conseguenza di una uniforme irrigazione sanguigna nei tessuti che vengono riscaldati dal calore dello stesso sangue.
La malattia, d’altro canto, si origina sempre da uno squilibrio termico, dove la pelle si raffredda, mentre gli organi interni si surriscaldono. Ne deriva dunque che tutte le malattie originano dalla febbre gastrointestinale, che può essere in grado più o meno variabile: la temperatura anomala del tubo digerente favorisce i processi di putrefazione intestinale con annessa alterazione degli enzimi, della flora batterica, del ph digestivo e della mucosa intestinale.
Tutto ciò è generato da una cattiva alimentazione, ovvero dal consumo continuato di alimenti non appropriati al sistema digestivo dell’essere umano (carne, latticini, cibi raffinati, zucchero, conservanti, ecc.).
Nell’immediato una scorretta alimentazione può provocare degli episodi acuti (sintomi), come dolori localizzati, diarrea, febbre, pruriti, rossori della pelle, ecc. I sintomi, oltre ad essere dei campanelli di allarme, sono il mezzo tramite cui il corpo cerca di liberarsi delle tossine in eccesso, provocate appunto da una cattiva alimentazione.
Se questi sintomi vengono ignorati, o peggio ancora soppressi, senza tra l’altro eliminare la causa, nel tempo il problema cronicizza degenerando in febbre gastrointestinale e in malattie assai più gravi e severe.
La soluzione è dunque adottare uno stile alimentare salutare, basato soprattutto su prodotti vegetali crudi (frutta, verdura, frutta secca). Inoltre, per velocizzare il processo di guarigione, specialmente nei casi più gravi, il cataplasma di fango, posizionato sull’addome, è senz’altro uno dei rimedi naturali più efficaci e più potenti a nostra disposizione.
Gli effetti benefici del cataplasma di fango sono dovuti alle proprietà salutari della terra e dell’acqua:
- azione antinfiamatoria;
- azione analgesica;
- azione assorbente;
- azione miorilassante/calmante;
- azione decongestionante;
- azione cicatrizzante;
- azione rinfrescante.
Come preparare il Cataplasma di fango
Il cataplasma di fango, può essere fatto in qualsiasi momento della giornata, più volte al giorno. Il momento migliore in cui applicarlo è prima di coricarsi, lasciando agire il cataplasma per tutta la notte.
NB: Prima di applicare il cataplasma sull’addome, è imperativo che il corpo sia caldo. Per cui in caso contrario si praticheranno delle frizioni sul ventre e sui piedi con un guanto di crine, e per mantenere i piedi ben caldi ci si può aiutare con la borsa dell’acqua calda.
Dove procurarsi la terra
La terra per la preparazione del cataplasma si ottiene scavando a circa 10 cm, preferibilmente sui greti dei fiumi, sotto una leggera vegetazione o su un bosco. Non deve essere terreno concimato, adibito a coltivazione intensiva. Va bene anche la terra del proprio giardino purché non ci siano animali domestici che la sporchino con le loro deiezioni e risponda alle caratteristiche appena descritte.
L’argilla può essere utilizzata, ma l’applicazione non può durare più di un’ora, invece la terra può essere lasciata agire per tutta la notte.
Dopo averla presa la si passa con un setaccio in modo da togliere eventuali sassolini e pietruzze. Se non la si vuole prendere in natura si può ordinare in erboristeria.
Vediamo ora come fare il cataplasma di fango, da posizionare sull’addome.
Come procedere
In una ciotola di legno, o di terracotta, o di ceramica (non di metallo) miscela la terra raccolta e setacciata, con dell’acqua fredda, se è estate meglio raffreddarlo in frigo, fino a darle una consistenza tale che da rimanere attaccata al mestolo di legno (simile a una pomata o a un dentifricio).
A questo punto adagiare sul tavolo una fascia elastica, tipo quelle che si usano dopo il parto, sopra dei fogli di giornale per l’acqua in eccesso e sopra ancora un telo di cotone bianco.
Infine si stende uno strato di fango di circa 0,5 cm aiutandosi con il dorso del mestolo intinto nell’acqua. L’ampiezza deve essere sufficiente a coprire tutto l’addome, dalla base dello sterno fino al pube compreso.
Si fa quindi stendere l’infermo sopra e si chiude il tutto fissando la panciera con degli spilloni. Dev’essere stretta in modo da trattenere il fango negli spostamenti notturni, ma non troppo per non impedire la respirazione.
L’applicazione va fatta prima di coricarsi e va lasciata agire durante tutta la notte.
Una volta tolto il fango dal ventre, da sotto le coperte, curare la reazione di calore mantenendo il corpo ancora fasciato nella lana per mezz’ora circa.
La terra utilizzata potrà essere rigenerata ponendola all’esterno in un contenitore di legno o cartone grezzo, ritirandola quando piove, per circa una settimana, si potrà così riutilizzare per i successivi cataplasmi.
Applicazioni locali
Per le applicazioni locali, consigliate su qualsiasi problematica locale eccetto che per le ferite aperte e sanguinanti, lo spessore è invece da 1 cm a 2,5 cm. Preferibilmente vanno abbinate a quello sul ventre, sede principale dell’attività organica.
Nelle applicazioni locali il fango va rinnovato in relazione all’entità dell’infiammazione, più la zona è infiammata e più velocemente si riscalda. A volte occorre cambiarlo anche ogni 20 minuti perché una volta riscaldato perde anche la sua azione antidolorifica e disinfiammante.
Per maggiori informazioni sui rimedi naturali di Manuel Lezaeta consulta il libro: “Medicina Naturale alla portata di tutti”
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