Testimonianza di Mimina: Tumore al seno con Metastasi

estimonianza di Mimina: guarita da tumore al seno con Metastasi

Intervista a cura del sig. Mauro Vallesi. Per maggiori informazioni qui trovi il suo profilo Facebook.

L’INTERVISTA

Gentile sig.ra Mimina, grazie a suo marito ho appreso della sua esperienza, può raccontare qualcosa della sua malattia? Il suo racconto sarà sicuramente utile a molte persone.

Quando e dove è stato scoperto il male?

Mi sentivo, ad un seno, un piccolo nodulo e il mio medico di famiglia mi diceva che si trattava di mastite. A distanza di un anno (aprile 2014) le dimensioni sono aumentate e al tatto si percepiva come una noce al punto tale che il seno è scoppiato fuoriuscendo del pus liquido. In quel periodo fisicamente ero molto stanca, riuscivo a fare le faccende domestiche a fatica con una respirazione minima. Mi presentai al più vicino pronto soccorso a farmi visitare e mi stavano dando dei farmaci per la respirazione per poter ritornare a casa quando mio marito entrò nella sala medici e gli disse che avevo una lacerazione al seno con perdita di liquido. Il dottore di turno fece intervenire altri medici specialistici i quali decisero in un ricovero urgente inizialmente al reparto pneumologia. Si attivarono subito a fare tutti gli accertamenti in merito.

Qual’e stata la diagnosi e cosa dicevano i dottori? Cosa proponevano di fare i medici?

Avevo del liquido in un polmone e dopo tre o quattro giorni mi chiamarono in disparte mio marito per riferire sulle mie condizioni di salute. Nella stanza vi erano dottori di vari reparti e le dissero che avevo il tumore in metastasi al IV stadio (seno, fegato, polmone e colonna vertebrale) e che l’unica cosa urgente da fare era quella di passare al reparto di oncologia.

In quell’attimo mio marito le disse di tentare l’intervento chirurgico ma loro risposero che nessun chirurgo si permetteva ad operarmi. Mio marito preoccupato mi disse parte della verità che avevo il tumore al seno e che dovevo affrontare la chemioterapia al reparto oncologico. L’oncologo diceva che le speranze erano minime e che un caso come al mio con lo scoppio della mammella era capitato circa 6 volte in tutta la loro carriera professionale. Mi prenotarono subito 8 cicli di chemioterapia uno ogni 25 giorni. Nel frattempo parenti di Milano contattarono un professore di un noto ospedale oncologico e gli illustrarono il caso, ma la sua risposta è stata quella di restare nel mio ospedale della Puglia perchè non era il caso affrontare un viaggio nelle mie condizioni fisiche e non c’era nessuna possibilità di intervento chirurgico.

Immagino ch’è stata dura accettare la diagnosi, lei e tutta la famiglia che stato d’animo avevate in quel periodo?

Saputa la notizia sono giunti dall’estero i miei due fratelli i quali sono stati vicino a me per vari mesi. Si sono trasferiti a casa mia, era diventata il coordinamento, per non parlare dei parenti e conoscenti che venivano ogni giorno e si attivavano a me e alla mia famiglia. La cosa meravigliosa era che ognuno mi portava come regalo oggetti sacri provenienti da varie parti del mondo che oggi conservo con cura.

Prima di iniziare la terapia a base di Aloe, ha seguito altre terapie come chemio, radioterapia, o chirurgia?

Ho eseguito 8 cicli di chemioterapia e 6 cicli di radioterapia alla colonna vertebrale. Ho iniziato da subito ad assumere l’aloe arborescens in contemporanea alla chemioterapia e credo che grazie all’aloe mi ha disintossicata dalle sostanze nocive della chemioterapia e non ho mai avuto febbre, vomiti o altro. Ad oggi non sono mai stata operata chirurgicamente in quanto il piccolissimo nodulo al seno che ho adesso è calcificato, praticamente non è più attivo e si sta restringendo sempre di più.

Come siete arrivati a conoscenza dell’Aloe di Padre Zago? Cosa avete pensato inizialmente appena saputo di questa semplice ricetta?

Mi ha riferito mio marito che dall’inizio si è subito messo alla ricerca tramite internet di capire cosè il tumore e le sue possibili guarigioni. Così dopo alcuni giorni ha scoperto casualmente un post di una persona che parlava bene del preparato di Padre Romano Zago e immediatamente lo ha prenotato. Era l’unica alternativa rimasta alla mia vita, piaceva o non piaceva lo dovevo assumere giornalmente.

Com’è cambiato il suo modo di vivere e di mangiare? Segue una ferrea dieta vegana, come consiglia lo stesso Padre Zago?

Contestualmente all’aloe arborescens ho iniziato e sto continuando con una dieta ferrea quasi vegana come consiglia lo stesso Padre Romano Zago e il prof. Franco Berrino. Sono dimagrita circa 18 kg. Intanto tutta la famiglia fa uso dell’aloe arborescens due volte all’anno come prevenzione.

Secondo lei, perché i medici sono scettici verso l’Aloe di Padre Zago ed altri prodotti naturali, nonostante è ovvio che donino benefici? Forse studiano troppo?

Una soddisfazione l’ha avuta mio marito quando ha inviato una email direttamente a Padre Romano Zago ringraziandolo della sua ricetta e per i miei risultati ottenuti. Ha risposto che quando ha scoperto i risultati della ricetta sui tumori non ha potuto rimanere più zitto e che sarebbe stato il peccato più grave della sua vita chiedendo di diffondere sempre più questa semplice ricetta. A mio parere i medici propongono le loro medicine comè giusto che sia e sono pochi quelli che consigliano l’uso di prodotti naturali e una alimentazione adeguata, per questo sono scettici dei risultati. Grazie a tutto ciò, aloe compresa, posso dire che i valori del sangue di certi tipi di analisi tumorali effettuati ogni mese scendevano sempre più fino alla normalità, questo è segno che tutto funziona bene.

Oggi come si sente? Consiglierebbe questa cura ad altre persone?

Si dall’inizio ho accettato con disinvoltura di avere il tumore (ultima pet/tac di fine novembre 2015: esito negativo in tutte le parti), intanto continuo a prendere tutte le medicine che mi suggerisce l’ospedale e faccio ancora uso del preparato di aloe arborescens. Nel mio paese chi mi conosce sa quanta forza di volontà ho avuto e tengo tutt’ora a reagire contro la malattia ed io alle persone che mi chiedono dei consigli per i loro familiari anch’essi malati di cancro suggerisco come avrebbe fatto Padre Romano Zago di provare il preparato di aloe arborescens, accompagnato da una alimentazione vegetale e di avere tanta fede in Dio.

Si rende conto com’è fortunata ad avere un marito come Antonio? Le auguro mille di questi giorni!!!

Per il momento sono contenta di essere in vita e sono sempre combattiva con tanta voglia di vivere. La mia fortuna è stata di avere mio marito Antonio che con pazienza e attenzione mi sta vicino in tutte le mie cose e senza di lui non saprei come fare, mi vuole tanto bene.

FINE INTERVISTA

Intervista di Mauro Vallesi