Un bicchiere di latte vaccino raddoppia la quantità dell’ormone IGF-1, l’ormone della crescita, ormone che sostiene la crescita delle cellule tumorali e quindi delle dimensioni di un cancro se già presente nell’organismo.

A dirlo è il dott. Franco Berrino, Medico Epidemiologo del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva di Milano.

Berrino il latte provoca il cancro

dott. Franco Berrino

Chi beve latte vaccino ha livelli di IGF-1 più alti nel sangue, come del resto dimostrato da una serie di recenti ricerche e sempre chi ha livelli più elevati del fattore di crescita nel sangue, si ammala più facilmente di tumore. E ancora, sempre in presenza di livelli alti di tale fattore di crescita, chi è già ammalato di tumore, sviluppa molto più facilmente metastasi.

Questo è quanto afferma il dottor Franco Berrino, da sempre in prima linea nella lotta contro il cancro che, come ripete spesso al pari di molti altri studiosi, è strettamente legato alla nostra dieta (leggi l’articolo dedicata alla dieta per prevenire e combattere il cancro).

Mangiare le cose sbagliate significa veder crescere, più o meno significativamente, il rischio di ammalarsi di cancro, cosa del resto condivisa dalla stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), limitatamente alla carne, tanto è vero che ne raccomanda un consumo molto limitato, non più di 4-5 volte al mese.

Latte vaccino: fa bene o fa male? Una disputa che dura da anni.

La questione del latte vaccino, o meglio della sua pericolosità per la salute, è dibattuta da anni e, come spesso accade in casi del genere, vi sono i favorevoli e ovviamente i contrari.

bere latte alimenta il cancroUna delle ragioni addotte da coloro che ritengono il latte vaccino non adatto all’uomo è che in natura nessun mammifero, dopo lo svezzamento della prole, si nutre di latte, soprattutto poi di specie diversa, per cui lo stesso dovrebbe valere per l’uomo. Ovviamente per chi la pensa diversamente, il latte è importante, in particolar modo nei primi anni di vita e fino all’adolescenza e oltre, proprio per l’ormone IGF-1, e non solo, visto che si tratta di una fonte non trascurabile di calcio.

I pro e i contro su cui dibattere sono parecchi, resta comunque il fatto che, sempre secondo alcuni studiosi e, tra questi, il dottor Franco Berrino, bere latte vaccino (e in venerale latte animale) in generale e poi soprattutto, se già affetti da un tumore, è una cosa assolutamente da evitare, in quanto non si farebbe altro che dare nutrimento alle cellule cancerogene che finirebbero con l’invadere anche altri distretti dell’organismo, dando quindi luogo a metastasi.

Per il latte vegetale invece il problema non si porrebbe. Va benissimo il latte di mandorle, il latte di soia, oltre tutto ricco di proteine, il latte di riso, purché da riso integrale, il latte d’avena e altri ancora, purché privi di zuccheri aggiunti.

Dove assumere le proteine?

Anche senza carne, pesce, latte, formaggi o uova, è possibile fare il pieno di proteine se si scelgono gli alimenti giusti.

semi di canapa al posto del latte che provoca cancro

semi di canapa

Per assumere la giusta quantità di proteine è possibile ricorrere ai legumi, i fagioli in particolare, che inoltre hanno anche la proprietà di rallentare la velocità d’assorbimento degli zuccheri, evitando quindi quei picchi glicemici che sono tanto pericolosi per la salute (leggi l’articolo del dott. Franco Berrino sulla correlazione tra glicemia alta e tumori) .

Mangiando legumi e cereali (meglio però evitare la farina raffinata di frumento!) avremo a disposizione tutti gli aminoacidi essenziali che si trovano normalmente in tutti gli alimenti di origine animale. Inoltre ci sono alcuni alimenti vegetali che contengono tutti gli aminoacidi di cui abbiamo bisogno. Tra questi troviamo i semi di canapa e la quinoa.

Lorenzo Acerra: Latte? No grazie!

Tra i nemici del latte troviamo anche il chimico Lorenzo Acerra, che sostiene che il latte lavorato dall’industria alimentare rappresenta un serio fattore di rischio di diabete, problemi intestinali, osteoporosi, disturbi muscolari, otiti, allergie e tanto altro ancora.

A tal proposito Lorenzo Acerra ha scritto un libro, che si intitola “Latte? No, Grazie!“.

In questo volume Acerra racconta le vicende di molti personaggi famosi, tra cui attori di Hollywood (Orlando Bloom, Jim Carrey, Gwyneth Paltrow, ecc.), illustri figure della moda e della musica internazionale e molti altri ancora che, come lui, si sono avvicinati alla medicina naturale, abbandonando al contempo il consumo di latte e derivati.

Attraverso la testimonianza di personaggi famosi lo scrittore affronta con competenza e puntualità scientifica, uno dei temi più attuali: gli effetti dannosi che il latte pastorizzato e i suoi derivati possono provocare alla salute e in particolare a neonati, bambini, anziani, persone sensibili e immunodepresse o di debole costituzione.

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Dott. T. Colin Campbell

Campbell: il latte provoca il cancro

dott. T. Colin Campbell

Infine impossibile non citare il dott. T. Colin Campbell, nato e cresciuto in una famiglia di allevatori di mucche da latte ed oggi acerrimo nemico delle proteine di origine animale e in particolare di tutti i latticini (latte, yogurt, formaggi, ecc..).

Secondo il dott. T. Colin Campbell la caseina, la principale proteina contenuta nel latte è la sostanza chimica cancerogena più significativa mai rilevata.

Questa forte presa di posizione del dottor Campbell è frutto di quasi trent’anni di studio sulla correlazione tra alimentazione e malattie, tra cui anche il cancro. Il Progetto è stato condotto in Cina ed è il risultato della collaborazione tra la Cornell University, l’Accademia cinese di Medicina preventiva, l’Accademia cinese di Scienze mediche, e l’Università di Oxford.

I risultati sono poi stati raccolti e divulgati attraverso la pubblicazione del libro The China Study, ad oggi uno dei libri più venduti al Mondo.

Da questi studi è emerso che un regime dietetico ricco di proteine animali (come carne, pesce, uova e latticini) influisce in modo determinante sulla genesi di molte patologie anche degenerative e gravi come il cancro, il diabete e le malattie cardiovascolari. Tra le varie proteine analizzate, la caseina, contenuta nel latte e nei suoi derivati, sembra proprio essere la peggiore.

Il dott. Campbell consiglia di non superare il 10% del fabbisogno calorico giornaliero di proteine derivanti da fonti animali. Se si supera la quota del 10% infatti, la caseina agisce come promotore tumorale ovvero favorisce la crescita e la proliferazione di un cancro dovuto ad agenti proto oncogeni.

Questi dati sono stati ottenuti dal dottor Campbell, da sempre impegnato nella ricerca e negli studi legati alle malattie tumorali, in uno studio su 200 cavie a cui è stata somministrata una dose elevata di alfa-tossina (un potente proto-oncogeno di origine naturale). A metà della popolazione di cavie è stata somministrata una dieta con il 20% del fabbisogno calorico derivante da caseina, mentre nell’altra metà della popolazione il quantitativo non superava il 5%. Lo studio è stato condotto per oltre due anni, ovvero la durata media della vita di una cavia.

Mentre quasi tutti i topi, la cui alimentazione era ricca di caseina, nel giro di due anni sono morti di tumore al fegato nessun topo che fosse stato trattato con il 5% di caseina è morto. Ciò dimostra scientificamente che, a parità di esposizione di un agente tumorale, una dieta ricca di caseina agisce promuovendo la proliferazione del tumore stesso ed esponendo il soggetto a maggiori rischi rispetto ad una dieta povera di questa proteina.

È stato inoltre dimostrato che, qualora a metà esperimento venga somministrato un alto quantitativo di caseina a topi che precedentemente avevano una dieta ipoproteica, questi ricomincino a sviluppare tumori, come se questa somministrazione avesse agito da carburante per la neoplasia stessa. In poche parole la manipolazione nutrizionale può innescare o disinnescare tumori dovuti ad agenti proto-oncogeni.

Lo sviluppo del cancro quindi non dipenderebbe tanto dall’agente esterno, quanto dall’alimentazione in grado ora di promuovere ora, di ostacolare il decorso del tumore stesso. I risultati di questa ricerca valgono anche per altri tipi di tumori dimostrando che la caseina non agisce sono sulle neoplasie epatiche ma anche su altri tipi di tumore come quello al pancreas , al colon, all’esofago, al retto e ai polmoni.

Per concludere

Seppur provocatorie, queste ricerche mettono inesorabilmente in luce la pericolosità della caseina nei soggetti a rischio di cancro, dimostrando inconfutabilmente che un’alimentazione ricca di questa proteina sia deleteria nei ratti in maniera straordinariamente potente.

Ciò dimostrerebbe la bontà delle diete e dei regimi alimentari poveri o del tutto privi di fonti proteiche animali al fine di prevenire il cancro,